La diga del fiume Foglia nelle Marche

Diga di Mercatale
Diga di Mercatale
Da Radio Radicale

Radio Radicale: Ora parliamo di una piccola storia della urbanizzazione selvaggia, del dissesto del territorio, una di quelle piccole tante storie che affiora sulla stampa con un trafiletto o con un piccolo articolo ma tutto sommato senza grosso rilievo. E purtroppo anche a Radio Radicale dobbiamo dire che non riusciamo a stare dietro a tutte questo tipo di notizie appunto – fra virgolette – piccole, perché si perdono in mille rivoli di competenze, in mille rivoli di carte, di documenti, di burocrazia. E’ la storia della diga sul Rio Salso, anzi la diga di Rio Salso sul fiume Foglia in provincia di Pesaro. Siamo dunque nelle Marche. Ancora è nella mente di tutti noi speriamo, benché forse in quella della magistratura pare di no, la tragedia di Tesero vivo, un ricordo molto vivo dei trecento e passa morti che quella disgrazia ha fatto. Questa volta non si tratta di un pericolo imminente in questo senso, non si tratta di un pericolo verso i centri abitati, però anche in questo caso la diga di Rio Salso sul fiume Foglia è una diga in terra battuta. I Verdi delle Marche, il consigliere regionale verde Mazzufferi in particolare, in questi ultimi tempi hanno lanciato una campagna, una strenua lotta con tutti i mezzi non violenti a loro disposizione, anche quelli dell’amministrazione, quelli dei poteri di un consigliere regionale, contro questa diga di Rio Salso sul fiume Foglia, perché secondo i Verdi fa più male che bene. Ascoltiamo da Gianluigi Mazzufferi come mai, il perché di questa storia. Pronto Gianluigi.

Gianluigi Mazzufferi: Pronto, buongiorno.

Radio Radicale: Ecco se può riassumerci un po’ tutta la storia, io l’ho introdotta forse un po’ male non conoscendo bene tutte le storie marchigiane.

Gianluigi Mazzufferi: Si, io tenterò di fare un brevissimo riassunto, ma la storia della diga di Rio Salso è una storia che fa capo agli anni Sessanta, quando in pieno tentativo di espansione delle colture irrigue si era pensato di ottenere con uno sbarramento sul fiume Foglia, un piccolo fiume in provincia di Pesaro, un nuovo serbatoio di acqua. Però la parte diciamo di attiva contrapposizione a questo genere di progetto, a questi lavori, è nata negli anni ottanta quando il Consorzio di bonifica della valle del Foglia e del Metauro è passato alle vie di fatto, dalle vie progettuali alle vie di fatto. E considerato anche la preesistenza di una ulteriore diga a pochi chilometri a monte di questa, diga progettata appunto nei comuni di Colbordolo e Tavullia, la diga di Mercatale, e con tutta una serie di considerazioni di tipo ambientale, di tipo paesaggistico, di tipo archeologico, di tipo economico, anche di tipo agricolo, noi come movimento naturalistico delle Marche, debbo dire proprio in prima persona assieme a molti amici e colleghi, ci siamo opposti alla progettazione e alla costruzione di questa diga, anche perché la storia è così assurda che portava e porta tuttora il consorzio a volere questa diga contro – diciamo – il volere della maggioranza dei cittadini. Ma non solo contro quello, contro anche il buon senso che non vorrebbe vedere progettata una diga lì, perché la diga non serve più, perché l’acqua per l’irrigazione dovrebbe servire per irrigare terreni che allora erano agricoli ma oggi sono stati costruiti, ci sono capannoni industriali e artigianali. E con tutto una serie di azioni che vanno dalle classiche azioni di protesta, comunicati stampa, le marce, i dibattiti, i confronti, fino alle moltissime tonnellate – potremmo dire – di carta bollata con la quale abbiamo fatto in prima fila il comitato per la difesa del Foglia, costituito da cittadini e poi le associazioni naturalistiche, abbiamo fatto ricorso a tutti i livelli e in tutte le occasioni per fermare appunto questo assurdo costoso ed inutile progetto.

Radio Radicale: Ecco cerchiamo un attimo di capire meglio questo progetto. Si vuole costruire una diga sul fiume Foglia in sostanza. Ecco, quanto è grande questa diga? Quanto è grande il bacino?

Gianluigi Mazzufferi: Il fiume Foglia è un fiume di poche decine di chilometri e l’apporto di acqua è ridotto, limitato nel tempo, e stagionalmente può essere abbastanza considerevole ma, come tutti i fiumi marchigiani che hanno un brevissimo percorso dall’Appennino, è un

fiume a carattere torrentizio. Quello che va rilevato è che poco a monte di questa diga ne esiste già un’altra, che è la diga di Mercatale, il cui contenuto idrico non viene nemmeno completamente consumato perché d’estate rilascia acqua, forse sottraendola all’agricoltura, se veramente l’agricoltura ne ha bisogno, per fare del canottaggio, del windsurf, comunque degli sport nautici, proprio qui nelle Marche dove spostandosi di pochi chilometri si ha a disposizione l’intera costa.

Radio Radicale: Quindi è abbastanza grande – mi sembra di capire – questo bacino, se nella diga di Mercatale ci si può fare il windsurf, insomma un laghetto. Di che superficie?

Gianluigi Mazzufferi: Adesso l’esattezza dei metri cubi non la so specificare perché non la ritrovo qui nelle carte, ma più o meno nell’ordine dei venti milioni di metri cubi.

Radio Radicale: Questa è un po’ una storia che forse fa il paio con quella della diga sul Chiascio nella regione Umbria.

Gianluigi Mazzufferi: Si certo, e per molti per molti aspetti del tutto similare. Il dato di fondo è che le autorità per esempio regionali da una parte in consulta ecologica si dicevano contrari alla diga poi nei fatti in Giunta autorizzavano la diga stessa. Il guaio è anche che i piani regolatori dei comuni non prevedevano questa diga e le costruzioni quindi venivano realizzate, sono realizzate in contrasto con gli strumenti urbanistici basilari

Radio Radicale: Chissà perché i piani regolatori sono sempre questi sconosciuti che non vengono mai applicati che si fanno sempre le opere opere edilizie o di altro tipo al di fuori dei piani regolatori non si riesce mai capire perché allora si fanno i piani regolatori ma comunque insomma abbiamo un po’ capito che questa diga sul fiume Foglia sarebbe inutile perché il consorzio che la vuole costruire ne vorrebbe fare un bacino per l’agricoltura per innaffiare i campi però poi questi campi non ci sono nel senso che c’è un’area industriale che è perfino mi pare è già stata installata una rete idrica mi sembra, no?

Gianluigi Mazzufferi: Hanno fatto prima l’impianto di irrigazione, poi successivamente l’area è stata lottizzata, di conseguenza attualmente si trovano rocchette di irrigazione qua e là, che sorgono qua e là tra i capannoni delle industrie che sono sorte nella zona. Noi da tempo dicevamo che ci stavamo opponendo anche perché crediamo che i nostri terreni non abbiano vocazione per agricoltura irrigua semmai si deve cercare di forzare, se si vuole puntare sull’agricoltura, forzare su quelle culture che non hanno bisogno di irrigazioni costanti durante il periodo estivo, perché poi c’è un problema di carattere energetico e cioè che le irrigazioni oltre a costare acqua costano energia, e non sempre il bilancio si risolve in attivo.

Radio Radicale: Certo. Dunque questa opera inutile, oltre che essere inutile è anche dannosa perché mi pare che arreca dei danni all’ambiente. Ad esempio vi sono degli insediamenti archeologici che verrebbero coperti.

Gianluigi Mazzufferi: Si si. C’è un ponte romano ci sono una zona archeologica che è stata dichiarata di estremo interesse dalla sovrintendenza alle antichità poi c’è una zona dal notevole valore paesaggistico quindi tutelata ai sensi della legge 1437, e poi ci sono piante di particolare valore floristico tutelate da un’apposita legge regionale che ne impedisce l’abbattimento, ne dovrebbe impedire l’abbattimento, e in base infatti a questo vincolo esistente con la legge 1437 del 1939 siamo riusciti ad ottenere la settimana scorsa la firma del fonogramma di fermo dei lavori da parte del sottosegretario Galasso per il ministro dei Beni culturali che è stato notificato al prefetto, alla Regione, alla Sovrintendenza e al Consorzio di bonifica.

Radio Radicale: Dunque vi è stato anche l’intervento del decreto Galasso in sostanza?

Gianluigi Mazzufferi: Non è l’intervento del decreto Galasso, è l’intervento del sottosegretario Galasso – personalmente – in base all’articolo 8 della legge 1437 del 1939, perché questa risulterebbe un’opera – almeno per alcuni aspetti – autorizzata in fase di esecuzione pertanto potrebbe sfuggire alla normativa della legge 431 più nota come legge Galasso.

Radio Radicale: Quindi c’è questa ulteriore complessità del problema. Quindi un’opera inutile dannosa all’ambiente ma quanto costa?

Gianluigi Mazzufferi: Quanto costa? Costava molti anni fa 6 miliardi, ora si parla di 20 miliardi ma sono stime riduttive di inizio lavori, e probabilmente – anzi sicuramente – sono destinate ad aumentare.

Radio Radicale: Chi pagherà questa somma?

Gianluigi Mazzufferi: Chi pagherà? La pagheremmo noi tutti contribuenti perché questa somma viene erogata dallo Stato al consorzio di bonifica che ha avuto la spudoratezza di dichiarare in una relazione ufficiale del presidente del consiglio d’amministrazione che appunto la costruzione della diga se non aveva giustificazioni di tipo idraulico, di tipo agrario aveva perlomeno la giustificazione di finanziare il consorzio e di mantenere in vita questa struttura – appunto dei consorzi di bonifica – che sono strutture antidiluviane, irreali, incongrue con i tempi.

Radio Radicale: Cioè se una cosa è cattiva non fa niente, bisogna tenerla in piedi lo stesso perché dà lavoro eccetera. Una motivazione molto molto discutibile questa

Gianluigi Mazzufferi: Estremamente discutibile anche perché queste dighe che dovrebbero servire per l’irrigazione molto spesso, oppure per usi plurimi – come dicono – per serbatoi di acqua bianco e così via, ne abbiamo l’esempio di un’altra qui delle Marche la diga di Castreccioni che malgrado la nostra lotta hanno comunque realizzato, sono dighe che vedono poi gonfiare enormemente i loro costi, sono dighe che hanno anche riflessi negativi sulla situazione ambientale, climatica della zona, e nel caso ridicolo di questa ultima che citavo la diga di Castreccioni, sono dighe che non avendo il fondo impermeabile debbono essere impermeabilizzate artificialmente. In quella di Castreccioni infatti è stato sul fondo disteso un film di materia plastica per aiutare il contenimento delle acque, una cosa ridicola ma è così.

Radio Radicale: Ovviamente il tutto alla faccia del rispetto dell’ ambiente. Ma come si dice a Roma non ci sarà qualcuno che ci fa la cresta su queste cose?

Gianluigi Mazzufferi: Qua ci si potrebbe riagganciare anche le preoccupazioni che molto spesso esprimiamo nei confronti del sistema giudiziario in questi fascicoli estremamente complessi sarebbe bene che qualche volta ci ficcasse il naso il giudice e proprio per questo noi abbiamo firmato nei giorni scorsi – posso dirti con esattezza l’8 aprile – un’ ulteriore esposto alla pretura di Pesaro, un esposto in sede penale che appunto invoca un intervento della magistratura segnalando alcune irregolarità molto gravi irregolarità sui decreti di approvazione sul fidanzamento sulle espropriazioni perché la magistratura intervenga sarebbe urgente che lo facesse altrimenti con i tempi lunghi un intervento non avrebbe più nessun significato.

Radio Radicale: Speriamo di non dovere stare alla finestra aspettando Godot.

Gianluigi Mazzufferi: Speriamo speriamo davvero ma noi Verdi noi naturalisti non cerchiamo di stare alla finestra ci rimbocchiamo le maniche e ci diamo da fare purtroppo i problemi sono tanti e il discorso delle priorità diventa difficile Non si sa mai se è più importante lottare contro la diga oggi o battersi contro il progetto di speculazione edilizia domani o contro questa croce e minaccia che ci sta arrivando sopra che è quella dell’esecuzione dei piani paesaggistici previsti dalla legge Galasso con la benedizione dei quali potranno passare in futuro gravissimi scempi contrariamente allo spirito della legge che invece avrebbe voluto una tutela delle ultime risorse ambientali.

Radio Radicale: Questo è un altro discorso scottante ma anche molto vasto che ci porterebbe un po’ troppo in là. Io chiuderei qui questa intervista, ti saluto e ti ringrazio. E vorrei ricordare agli ascoltatori come Gianluigi Mazzufferi, consigliere regionale delle Marche della lista verde, sia stato forse non a caso – visto che anche lui prima ricordava questi problemi con la giustizia – uno dei firmatari, anzi il primo firmatario per la sua città fra i consiglieri regionali, dei tre referendum sulla giustizia promossi dal Partito Radicale, Partito Socialista, Partito liberale. Una riprova in più di come anche ecologia e giustizia debbano andare a braccetto. Grazie a tutti per averci seguito.

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